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Carlo Pampena |
Due punti all'ordine del giorno ritirati, altri due approvati all'unanimità. Questa la sintesi del movimentato consiglio comunale dell'altra sera svoltosi a Spigno Saturnia. Il primo punto ritirato è stato quello relativo all'alienazione del relitto stradale di Campodivivo, mentre l'altro riguarda l'assestamento di bilancio. Il vicesindaco, nonchè assessore al bilancio, Massimo Costanzo ha chiesto una sospensione della seduta, per verificare se c'era la possibilità di un'intesa per deliberare la proposta di assestamento di bilancio contenente alcune criticità circa l’uso dell’avanzo di amministrazione, non condivise dai pareri non favorevoli espressi dal ragioniere comunale, dal revisore dei conti e dal responsabile del servizio finanziario. Dopo il summit coi capigruppo si è riunita la maggioranza e al ritorno in consiglio il sindaco Franco Simeone ha comunicato la decisione di ritirare il punto all'ordine del giorno. La decisione è stata approvata con il solo voto contrario del consigliere Pampena Carlo che l’ha giustificato con «difetto di motivazione». Lo stesso capogruppo del Pdl è stato critico in merito. «Il consiglio – ha esclamato Pampena - nonostante la pausa, vera novità per Spigno, visto che non si era mai verificato in tre anni, è terminato e l’assestamento, trattandosi dell’ultimo giorno utile previsto dalla legge, non è stato approvato. Non è dato sapere cosa abbiano deciso e fatto il sindaco e la sua maggioranza. Si può solo ipotizzare che abbiano approvato l’assestamento con delibera di giunta. Ognuno è padrone di fare quello che vuole in casa propria, ma quando la casa è pubblica è d’obbligo rispettare leggi e regolamenti. Pensare che si possa approvare in giunta un assestamento di bilancio, prerogativa assoluta del consiglio comunale, con le stesse pesanti criticità e tutti i pareri di legge non favorevoli già esistenti nella proposta portata in consiglio e poi ritirata, è cosa veramente incomprensibile. Staremo a vedere – ha concluso il capogruppo del Pdl - gli sviluppi e valuteremo il da farsi».